Molti negozianti hanno negli ultimi anni creato negozi online che presentano prodotti enogatronomici delle rispettive zone d’Italia basati sulla tipicità, qualità e chilometro zero.
Il pubblico di riferimento di tali eshop è composto da turisti in rientro, che vogliono ri-assaporare i gusti provati in vacanza, appassionati di prodotti alimentari di nicchia, di vini, gourmet che apprezzano prodotti a denominazione di origine protetta (DOP) come ad esempio i Capperi di Pantelleria o il Salame di Varzi.
Vendere prodotti tipici online
Secondo l’esperienza di Alessandra, co-titolare di somstudio, agenzia di digital marketing che opera nel campo del commercio elettronico da oltre 12 anni, i capisaldi per compiere i passi giusti per creare un ecommerce di prodotti tipici del territorio sono:
1 – sfruttare il giusto sistema E-Commerce
Un’attività in partenza deve evitare complicazioni tecniche e costi eccessivi. Il consiglio è quello di creare un ecommerce agile e leggero contenendo i costi, dato che inizialmente gli investimenti in marketing e pubblicità online saranno più corposi rispetto al mantenimento di un’attività avviata: probabilmente il dominio del sito (nomesito.it – ndr) sarà nuovo. Google indicizzerà per la prima volta le pagine e non vi saranno link in ingresso all’apertura. Questo comporterà la quasi assenza dai risultati organici delle ricerche . Gli account social saranno di nuovissima apertura, privi di una massa critica di follower in grado di influenzare il fatturato. Investire in pubblicità sarà indispensabile per ottimizzare il sito, testare settare il pricing dei prodotti in base a risultati reali di vendita, testare di nuovo e vendere.
Esistono un paio di piattaforme, una 100% gratuita e una a pagamento, con un basso abbonamento mensile, in grado di fornire ottime soluzioni: Woocommerce per WordPress e Shopify.
Se con Shopify (qualche decina di € mensili) è possibile costruire al 100% il proprio sito da soli con competenze tecniche di livello medio basso, WordPress+Woocommerce consentono di realizzare in maniera totalmente gratuita un sito ma richiedono competenze di grafica e tecnologiche, se non di vera e propria programmazione.
2 – Non solo social
Sono importanti ma non essenziali per un’e-commerce. Il migliore traffico di utenti per un negozio che vende prodotti tipici, così come una vastità di altre categorie merceologiche, è rappresentato dal traffico di ricerca. Essere presenti con annunci pubblicitari nei risultati dei motori di ricerca consente vendite quasi assicurate, se le condizioni del negozio sono compatibili con le esigenze del mercato (parliamo di prezzi, spedizioni, qualità, varietà nel catalogo). Google Ads è sicuramente una delle piattaforme pubblicitarie da rendere prioritarie.
3 – Spedizioni convenienti
L’idea di guadagnare sulle spese di spedizione o addirittura di rientrare al 100% con le spese di spedizione è spesso da abbandonare. Meglio caricare leggermente sui prodotti spalmando il disavanzo che si verificherà impostando basse spese di spedizione, in perdita. Ad esempio impostare una tariffa fissa di 5€ per le spedizioni o addirittura la spedizione gratuita invoglierà enormemente gli utenti ad acquistare i prodotti anche se il loro prezzo sarà di qualche decina di centesimi di € o di qualche € superiore alla concorrenza che magari applica tariffe alte di spedizione.
I clienti considerano i soldi spesi in spedizione “soldi buttati”!.
4 – Occhio al gestionale
Scegliere un gestionale è un’operazione complessa, da valutare quando si hanno dati ed esperienza. Meglio utliizzare gli strumenti che si hanno a disposizione, come fogli di calcolo (ma anche fogli di carta), strumenti di base come Microsoft Office o altro per le ricevute ordini e tutto quanto di manuale si ha a disposizione e rimandare il gestionale quando i volumi di vendita e le esperienze saranno consolidate